lo Sconvolgimento Emotivo: Piacere e Avversione Vs. Piacere e Dolore
Sulla scala dell’evoluzione possiamo ritenerci una razza intelligente e tecnologicamente avanzata, ma la verità è: gli esseri umani sono emotivamente immaturi, prevalentemente sentimentali e il mondo tridimensionale è un massiccio specchio che riflette i suoi stati mentali ed emotivi sconvolti.
Eraclito, il filosofo greco affermò: “Ogni giorno, ciò che scegli, ciò che pensi e ciò che fai è ciò che diventi”. Insomma, tutto ha una conseguenza e in questo caso “Ciò che diventi” nella materia ha una specifica frequenza.
Se vuoi scoprire i segreti dell’universo, pensa in termini di energia, frequenza e vibrazione.
La famosa citazione di Nikola Tesla ci invita a riconoscere l’importanza dell’energia come primaria rispetto alla materia. Sarebbe opportuno seguire il suo consiglio osservando la qualità dell’energia, delle frequenze e delle vibrazioni che ci circondano soprattutto per quanto riguarda le distorsioni emotive legate agli opposti: “piacere e avversione”.
Il Sistema Emotivo Energetico
Il sistema emotivo energetico ha due protagoniste importante: il meccanismo: “lotta e fuga” e quello del “piacere e aversione”. Quest’ultimo è un sistema duale con l’enfasi sul: fondere nelle relazioni (i due diventano uno), i sentimenti, le scelte e le condivisioni paritarie.
L’interpretazione di questa coppia di opposti necessita un ‘update’, un aggiornamento: perché il “sì”, “mi piace”, “lo voglio” sono premiati, mentre il “no”, “non mi piace”, “non voglio” non lo sono. È non solo; troppo spesso sono giudicati, ignorati, scoraggiati, e ogni insistenza o ribellione va incontro a una punizione!
La giustificazione di questo errore è sempre stata l’insegnamento delle buone maniere e dell’educazione in generale. Per paura di viziare un bambino ed essere giudicato un cattivo genitore, è stato preferibile togliere loro i diritti fondamentali piuttosto che rischiare di non inserirsi nella società. Non ne eravamo consapevoli ma, ora se vogliamo equilibrare il sistema emotivo dobbiamo prendere atto di questo errore e assumere la responsabilità di porvi rimedio, partendo da noi stessi.
Piacere e Avversione Vs. Piacere e Dolore
I sentimenti sono energie flessibili, ciò che troviamo piacevole o dispiacevole oggi potrebbe non esserlo la prossima settimana o tra un anno.
Sentire il piacere è seguita dall’affermazione si, mi piace, lo voglio, ed è riconoscibile tramite: affetto; carezze; cibo; riposo; gioco; piacere di fare, guardare, ascoltare ecc.
L’avversione è l’opposto, viene espressa come un no, non mi piace, non lo voglio. Riguarda ciò che non vogliamo fare, vedere o ascoltare. È qualcosa di fastidioso, dispiacevole, spaventoso, ripugnante, oppure è un semplice riflesso di pigrizia o scomodità.
Sentirsi dire di no, non voglio, non mi piace è molto più impegnativo che ricevere un sì, mi piace, lo voglio. Il ‘no’ richiede un dialogo, è un diritto che va accolto con la flessibilità e non la rigidità, con la pazienza invece della fretta, con un colloquio anziché con gli ordini e soprattutto, l’energia della comunicazione è in risposta piuttosto che in reazione.
Questa non è la realtà in cui la maggior parte di noi è cresciuta. Da bambini, quando qualsiasi avversione è stata percepita ed espressa con resistenza, il diritto di esprimere: “no”, “non voglio” o “non mi piace” ha provocato una punizione lieve o addirittura severa. Ora da adulti nulla è cambiato. Suona familiare?
Proprio negli ultimi anni in Inghilterra c’è stata una campagna a favore del Consenso Sessuale, il diritto umano di dire no, non mi piace, non voglio. Questa è una forma corretta dell’uso degli opposti emotivi: piacere e avversione. Sebbene ne abbiamo compreso l’importanza per quanto riguarda un rapporto sessuale, non ne abbiamo riconosciuto il valore in altri ambiti della vita umana.
Questa consapevolezza dovrebbe essere applicata a 360 gradi altrimenti l’energia emotiva: piacere e avversione si contorce in: piacere e punizione = dolore.
Opposte in Opposizione
Il sistema energetico emotivo (seconda chakra) si basa sul raggiungimento dell’equilibrio tra due energie opposte. Questo delicato stato di equilibrio permette agli organi riproduttivi di funzionare correttamente in un processo in cui due (ovulo e sperma) diventano uno (concepimento); quindi, un sistema emotivo equilibrato è il precursore della legge dell’uno, è connesso con il cuore e la quarta dimensione.
La terza dimensione invece è un campo di battaglia, dove combattiamo per il potere personale. Governata da energie dualistiche in opposizione, quando gli opposti diventano conflittuali, l’energia si allontana dall’unità (legge dell’uno) fortificando la separazione e la lotta per la sopravvivenza. Ora siamo catturati nel conflitto tridimensionale: “vincere o perdere”
Vincere può darci un momentaneo senso di piacere, ma quando perdiamo, il sentimento percepito è dolore, non avversione.
È un Cerchio vizioso!
Quante volte abbiamo espresso piacere dicendo “sì”, quando l’autentico sentimento di fondo era l’avversione?
Perché acconsentiamo se non vogliamo?
Di chi o meglio di cosa abbiamo paura?
La risposta si trova all’interno del sistema energetico emotivo simboleggiato dal bambino interiore e dalle sue ferite emotive che vengono proiettate dal passato, sul presente e nel futuro.
I bambini hanno bisogno di amore per crescere e sopravvivere. Tutti noi sappiamo per esperienza che niente ha influenzato l’affetto dei nostri genitori più della nostra stessa compiacenza e con quanta rapidità la loro approvazione è stata ritratta quando abbiamo cercato di esercitare il diritto di dire: no, non mi piace, non voglio.
Va notato che approvazione non è sinonimo di amore, è un errore, una congettura infantile che non è mai stata chiarita. I bambini imparano ad associare l’approvazione all’amore attraverso l’esperienza personale che poi rimane un ricordo emotivo, un ricordo associato a determinate situazioni e/o persone.
In età adulta, per sentirci amati e accettati, quei ricordi inconsci ci costringeranno a ricercare il rapporto bambino/genitore (studente/insegnante) con famigliari, amici e colleghi nella vana speranza di ottenere (o mantenere) la loro approvazione/amore.
I Ruoli e le Regole del Gioco
Il ruolo genitore (insegnante): I genitori hanno la sapienza, l’esperienza e il potere di scegliere, perciò, secondo loro hanno sempre ragione.
Il bambino (studente): Il bambino è inesperto, ignorante in materia, non possiede il potere di scegliere e ha sempre torto. Sbagliare richiede di doversi assolvere. Scusarsi quindi, è un dovere fondamentale del bambino (studente) se vuole ricevere l’ambita approvazione.
Questo rapporto viene messo in discussione nel momento in cui il bambino/studente decide di esercitare pienamente il suo diritto di dire: no, non voglio non mi piace, di conseguenza; il bambino perderà l’approvazione dei genitori/insegnati (non il loro amore) e probabilmente proverà sentimenti contrastanti di: paura, rabbia, vergogna e senso di colpa, provocando una frattura nella relazione dove l’orgoglio, e il rifiuto di scendere a compromessi, diventeranno gli strumenti per punire se stesso (e gli altri) rafforzando così le sue profonde ferite emotive (dolore).
La canzone famosa di Elton John: “Sorry seems to be the hardest word” (la parola più difficile sembra essere scusa), può essere vero per quanto riguarda le persone con cui siamo profondamente coinvolti emotivamente, ma quando si tratta di ottenere l’approvazione da altri, non possiamo scusarci abbastanza!
Quante volte al giorno diciamo frasi come: “Scusa per il ritardo”, “Scusa, non volevo disturbarti”, “Scusa se ti ho interrotto”, “Scusa per il disordine”.
Sarà solo un’abitudine?
In questi casi è bene riflettere sulla qualità delle frequenze e delle vibrazioni energetiche che stanno dietro a questi tentativi inconsci e automatizzati di ottenere l’approvazione, perché dall’osservazione possiamo scoprire che l’energia motrice è una contaminazione degli opposti: piacere e avversione mutati in: piacere e punizione = dolore.
Come menzionato prima, il sistema emotivo è nostalgico e immaturo, vive nel passato, e cerca di ricostruire il rapporto originale bambino/genitore per garantirgli l’affetto e amore di cui ha bisogno.
La dinamica inizia quando l’avversione repressa spinge a farsi riconoscere, rendendo difficile la pronuncia di un consenso autentico. Che l’avversione sia espressa verbalmente o con un “sì” insincero, il risultato sarà un turbine di sentimenti negativi che devono essere placati, e per farlo è necessaria l’approvazione.
Se l’approvazione non viene raggiunta, la paura di essere rifiutati e abbandonati attiverà il meccanismo di difesa del “combatti o fuggi”, accentuando ancora una volta il dolore.
Come possiamo ritrovare l’equilibrio?
Ci sono due opzioni; tornare alla ricerca originale per l’approvazione o interrompere la relazione. Molte delle nostre amicizie interrotte accadono per questo motivo.
Sostituendo Scusa con Grazie
La ricostruzione del rapporto figlio/genitore può essere smantellata prendendo coscienza dell’abuso del termine “scusa”. Chiedere scusa non va usato solo quando ci troviamo in difetto o scomodità (il bambino vulnerabile) dire “scusa” è un gesto di umiltà offerto quando ci si assume la responsabilità di aver ferito gli altri; usato in qualsiasi altro contesto “scusami” perde il suo valore e autenticità, perciò iniziamo sostituendo “scusa” con “grazie”.
“Scusa per il ritardo” diventa “Grazie per avermi aspettato”
“Scusa, non volevo disturbarti” diventa “Grazie per il tuo aiuto”
“Scusa se ti ho interrotto” diventa “Grazie per l’ascolto”
” Scusa per il disordine” diventa “Grazie per la pazienza”.
Sentire gratitudine verso gli altri è un cambio di prospettiva: dall’impulso a scusarsi perché, indipendentemente dalle nostre azioni, abbiamo sempre torto (bambino/studente), o viceversa, coloro che hanno sempre ragione, non chiedono mai scusa perché sono nel ruolo di potere (genitore/insegnante). Come adulti maturi ora ci assumiamo la responsabilità personale di mostrare apprezzamento e gratitudine verso coloro che sono a nostra disposizione.
Smettiamo di scusarsi per le nostre imperfezioni e ringraziamo gli altri per la loro disponibilità ad accettare che siamo perfettamente imperfetti e restituire loro il favore!
È ora di fare il tanto atteso salto quantico nell’intelligenza emotiva. La parte facile è capire la dinamica, la sfida è ammettere di avere la disposizione emotiva di un bambino ferito ed egocentrico che crede che il mondo ruoti attorno ai suoi sentimenti feriti, al suo bisogno di approvazione e permesso di essere amato e accettato.
La vita semplicemente non è interessato, è uno spettatore oggettivo, uno specchio che riflette gli stati emotivi e mentali di miliardi di persone. Se questa scomoda verità viene accolta senza che ci sentiamo personalmente offesi, allora siamo sulla strada per acquisire l’intelligenza emotiva ed essere finalmente liberi dalla nostra prigionia infantile.
Caroline Mary Moore