Dalla consapevolezza alla trascendenza – il passaggio evolutivo della crescita personale.
Quello che sì resiste persiste, addirittura lo rinforza, perciò la legge della risonanza attrae verso di noi gli incontri perfetti per entrare in re-azione mettendoci alla prova; e al quel punto si da inizio alla lotta interiore – il conflitto tra resistere o desistere, che siamo consapevoli oppure no.
Spesso, in ambito spirituale, si sente parlare di consapevolezza, ma che cosa si intende? Di solito non occorre prestare molta attenzione a ciò che si vive, tutto scorre in modo automatico e abitudinario, perciò essere consapevoli può essere definito come: la capacità di vivere o di prestare attenzione alle proprie esperienze in maniera cosciente piuttosto che automatica e scontata, focalizzando su quello che facciamo, pensiamo, diciamo, vediamo e sentiamo; in un certo senso possiamo affermare che la consapevolezza si autoalimenta, più la si pratica, più si accresce.
La trascendenza invece è definita in modo figurativo come: “la capacità di superare un determinato limite della realtà, della conoscenza”, un termine spesso scartato perché associato con il suo significato filosofico/religioso: “ Esistere al di fuori e al di sopra del reale: Dio trascende il mondo”.
Ultimamente mi trovo davanti ad alcune domande cruciali: Quanto è autentico la Consapevolezza, se non ci permette di trasformare i nostri dolori? Oppure è Trascendere il dolore, la chiave che apre la porta verso una vita più equilibrata? E in fine, è necessario essere consapevoli per trascendere o superare un determinato limite della realtà, della conoscenza?
Dopo tanti anni di ricerca credo che le risposte non sono così scontate.
Fino a ventotto anni ho vissuto una vita “normale” o meglio, inconsapevole. Credevo nel destino, la fortuna/sfortuna, in breve, non avevo mai preso un libro di crescita personale in mano, non avevo ancora partecipato a un seminario, non conoscevo il termine ”bambino interiore”, ricevuta l’apertura dei canali, non ero informata sulla legge della risonanza, perciò i miei dolori erano causati dal resto del mondo che si comportava in modo discutibile e irrispettoso nei miei confronti!
Ho lottato contro di tutto e tutti, vincendo qualche battaglio, senza mai vincere la guerra. Il mio rapporto con il mondo maschile era travagliato e complicato, ma poi, senza preavviso, succede un miracolo – tutto cambiò.
Non capì perché si è spalancato una porta che fin d’ora rimase ostinatamente blindata, è capitato senza un percorso o un’indagine interiore; semplicemente sì è aperta, e senza esitazione, sono entrata lasciando alle spalle anni di dolore, con il timore che tutto poteva svanire com’è arrivato; e scherzando dicevo:
Avrò fatto qualcosa di buono in una vita passato per meritare questo grande amore!”
Alcuni anni dopo, sei per la precisione, accade il mio risveglio spirituale dando iniziò a quella grande ricerca interiore durata anni; fiume di libri, gruppi, seminari, tutto quello che riusciva soddisfare la mia sete di sapere perché, chi, cosa e quando, una consapevolezza confezionata che mostrava l’effetto primo e dopo il risveglio, e nel paragone credevo che, se avessi incontrato i vari metodi di crescita personale prima, averi potuto risparmiarmi tanti anni di dolore.
Diventando poi genitore di tre figli, la scelta di educarli nel mondo della crescita personale spirituale, piuttosto che con un’istruzione religiosa tradizionale, nacque dalla idea di offrirgli l’opportunità d’essere in grado di scegliere consapevolmente invece di brancolare nel buio per anni, come ho fatto io.
Tuttavia, non è successo quello che pensavo – l’unica differenza è la capacità di sapere perché, chi, come e quando, contro essere totalmente ignaro, perché il sapere non è sinonimo di trasformazione come non lo è, neanche essere consapevoli di quello che si sente; perché se esiste il giudizio, uno stato mentale privo dell’amore, la consapevolezza non è autentica. Solo quando siamo in grado di essere presenti con il ‘sentire’ senza giudicare, proiettare e giustificare possiamo finalmente trascenderla –lasciando che sia amorevolmente, quello che è. In tal caso, la metamorfosi, come fu per me anni fa, può accadere anche spontaneamente, in uno stato d’ignoranza, ingenuità o innocenza, nel momento in cui si raggiunge un apice che spezza la tensione mentale pronunciando una maturazione che accade al di fuori della propria volontà, terminando una lunga attesa, come il bruco che si schiude dal suo bozzolo per diventare farfalla – è la legge della risonanza, dall’amore sboccia l’amore!
E ricordate: se la vostra consapevolezza manca amore, allora essa è ancora impura; non ha ancora raggiunto il cento per cento della purezza. Non è ancora la vera consapevolezza, deve essere ancora mischiata con inconsapevolezza. Non è pura luce; ci devono essere ancora cavità dentro di voi che ancora agiscono, operano, ci influenzano, vi dominano” – Osho.
Siamo anime incarnate nella materia dualista con una mente che oscilla tra giusto e sbagliato, devo o non devo, vincere o perdere, vittime o carnefici, creando resistenza, sia tramite il dolore dello sconfitto, sia nella frenesia e paura di perdere quello che è stato conquistato, tuttavia, quest’atteggiamento è unilaterale e statico, per compiere qualsiasi trasformazione o nascita, manca il rovescio della medaglia, l’arresa, il lascia che sia dell’ amore. Mi viene in mente la differenza tra nuotare nel fiume contro corrente e lasciarsi trascinare dalla corrente, sono due contrasti, uno di grande sforzo e tensione e l’altro di completa vulnerabilità e rilassamento.
Cos’è la beatitudine? E’ fluire col fiume – in maniera tale che la distinzione fra te e il fiume è semplicemente persa. Tu sei il fiume. Come può essere difficile? Per fluire con il fiume con c’è bisogna di nuotare, basta galleggiare con il fiume e il fiume stesso ti porta all’oceano. Sta già andando verso l’oceano. La vita è un fiume. Non spingerlo e non sarai infelice” – Osho.
L’ istinto umano è di resistere davanti ad un disaggio o dolore; anche se n’è consapevole, predilige la contrazione. Questo mi ha fatto riflettere molto, e tornando ai miei ventotto anni, quando ero priva di sapere, ho riconosciuto un fatto straordinario – la capacità innata e spontanea del Cuore di amare e lasciarsi fluire con la corrente della vita, di trascendere il dolore, anche se la persona è inconsapevole. Arrivato l’attimo predestinato, nessun’anima si tira indietro. Se la sorgente fosse il Maestro dell’orchestra e noi i musicisti, con nove miliardi di strumenti che suonano le proprie note musicali, eseguendo con precisione lo spartito, insieme si crea una sinfonia!
Tutti i nostri concetti consapevoli, intelligenti e ispiratori, che amiamo esprimere, perdono importanza davanti a questo Mistero nel quale nessun umano può interferire – non possediamo il potere, siamo semplici musicisti con diversi strumenti in un’orchestra chiamata esistenza.
Negli anni di ricerca ho percepito una certa arroganza nel pensare che percorrere un percorso di crescita personale è sinonimo di sapienza e saggezza, ho il sospetto che assomiglia più alla superiorità dell’ego che brama la competizione e il riconoscimento piuttosto che una verità umile del cuore. Sono molto grata ad alcune persone che ultimamente mi hanno aiutato a capire che il sapere non è un catalizzatore per la trasformazione, bisogna “svuotare la tazza” per accogliere il proprio sentire amorevolmente, di lasciarsi andare nella vulnerabilità contro i pregiudizi, senza lottare o opprimersi, semplicemente stando con quello che c’è, anche scomodamente, qualcosa che solo ora riesco a sentire come esperienza vissuta inconsapevolmente anni fa.
La saggezza non ha nulla a che fare con la conoscenza, proprio per nulla; ha qualcosa a che fare con l’innocenza. E’ necessaria una certa purezza del cuore. E’ necessario un certo spazio dell’essere perché la saggezza possa crescere” – Osho.
Siamo quello che siamo, possiamo fare solo il nostro meglio nell’essere perfettamente imperfetti. Mi sento di aggiungere che la mente che separa per natura, amante delle sue identificazioni e indispensabili requisiti e ruoli, dividerà sempre l’umanità nei vari gruppi: spirituali, scientifici, intellettuali o altro; essa non sarà mai in grado di unirci in armonia, perciò prende il secondo posto dopo la scintilla divina che presta fede nel cuore umano che ama, una qualità che dimora profondamente in ogni uno di noi.
Non sarà il nostro sapere, impegno, azione o intervento intellettuale a smuovere quella scintilla, ma sarà il Mistero, la sorgente a chiamarci nel momento in cui si arriva alla maturazione per compiere il passo, senza cercare (inutilmente) di interferire in un processo così maestoso che possiamo solo inchinarci umilmente, senza potere, davanti alla sua magnificenza e perfezione che toccherà, prima o poi, nel tempo senza tempo, ogni essere umano consapevole oppure no, quando è pronto ad amare, sopra tutto, se stesso.
Caroline Mary Moore.
Ciao Caroline, son Silvia, interessanti le domande che ti poni, tipiche, a mio modesto avviso, di coloro che viaggiano nella propria interiorità. Leggere certi libri è imporante, ma sai anche tu che essi possono diventare indicatori di direzione, ma ciò che conta è quel qualcosa che pulsa in noi, puoi chiamarlo in vari modi: essenza, fianna divina, la mia ex coautrice di blog lo chiamava abitante sconosciuto, maestro intrinseco… etc.
Come lo vogliamo chiamare quel qualcosa in noi può guidarci con saggezza oltre le follie del mondo, il suo dualismo, i suoi dogmi e le sue credenze che sempre secondo il mio modesto avviso, alimentano paure e dinvengono dunque griglie.
Non è semplice oltrepassare tutto questo, ci provo da anni, la dislessia che un tempo rappresentava un problema, mi aiuta, è divenuta insomma una opportunità. Dicon infatti che chi ha questa peculiarità ragioni in modo multidimensionale… in effetti per certi versi è così. Sperando di non averti annoiata ti auguro buon prosieguo del tuo cammino.
Ho letto ora la parte finale del posto, meraviglioso!!!
Riassume ciò che sento, grazie e scusa gli errori ortografici del mio primo commento.
Non sarà il nostro sapere, impegno, azione o intervento intellettuale a smuovere quella scintilla, ma sarà il Mistero, la sorgente a chiamarci nel momento in cui si arriva alla maturazione per compiere il passo, senza cercare (inutilmente) di interferire in un processo così maestoso che possiamo solo inchinarci umilmente, senza potere, davanti alla sua magnificenza e perfezione che toccherà, prima o poi, nel tempo senza tempo, ogni essere umano consapevole oppure no, quando è pronto ad amare, sopra tutto, se stesso.
L’AMORE E’ L’UNICA VERITA’. UN ABBRACCIONE .
Ciao Silvia, sì…non è facile entrare nel semplice amore senza tutto il nostro bagaglio, ultimamente sto sperimentando una stanchezza così forte che la mente e il corpo sono entrata in un stato di sospensione, come se forse in una bozzola, non ho l’energia di lottare contro questo stato… l’unica opzione è starci, all’inizio era scomoda per come mi faceva apparire, ora è quello che è…..
In attesa della nascita della farfalla ti abbraccio xx
Ciao Caroline, a volte non fare è la cosa più logica, come dice spesso il mio amore matto: c’è un tempo per ogni cosa…
Ciò che per il bruco è la fine del mondo il resto del mondo lo chiama farfalla…
LAO TZE…
L’Assoluto Amore saprà avvolgerci, nessuno escluso… Ricambio l’abbraccio