Il Cambiamento Globale: Istruzione per l’uso stile “Ikea”
Se siete un fan di Ikea, sapete cosa intendo quando dico che le istruzioni che accompagnano i mobili sono intuitive, in altre parole, nel momento del montaggio c’è chi: legge ed esegue le istruzioni alla lettera, chi guarda solo le immagini, chi chiede aiuto, chi non le prende neanche in considerazione, e chi lo fa montare da altri, insomma, per quanto riguarda i mobili d’ Ikea, è una questione individuale perché ogni uno segue la propria indole.
Il Cambiamento Globale non è di meno, l’intuizione e il sentire sono una combinazione vincente per sperimentare quello che non può essere considerato un evento, bensì un processo, prima interiorizzato, vissuto e percepito in modo personale e intimo, poi incarnato nella materia circostante di ogni uno di noi per espandere poi, come una macchia d’olio nel mondo—al meno cosi, crediamo.
Dopo un mio articolo scritto dell’11/05/2018 intitolato: Il Cambiamento Globale: L’Attesa Interminabile Ti Sta Mettendo Alla Prova? Alcuni lettori hanno scritto le loro perplessità; interrogativi che possono essere sommati nel Tag che ho ricevuto sulla mia pagina FB:
…riguardanti l’atteso ed auspicato CAMBIAMENTO DELLA REALTA’ ESTERNA, la modificazione delle situazioni materiali individuali (dapprima) e poi collettive… mi chiedo e vi chiedo, alla luce del PERSISTERE DELLE CONDIZIONI DI DIFFICOLTA’/SOFFERENZA QUOTIDIANE DI TUTTI NOI:
- Non siamo cambiati abbastanza dentro? La trasformazione è incompleta?
- Non siamo abbastanza come numero di “risvegliati”?
- Dopo aver cambiato le nostre percezioni, il cambio esterno avviene “da solo” o dobbiamo AGIRE per modificare anche il fuori?
- C’è un tempo che va rispettato e prima “che sia tutto compiuto”, non vedremmo nulla?
- altro…
Non sono in grado di rispondere a queste domande. Sono impegnata nella purificazione personale senza averne certezze come tutti voi. Tuttavia, mi viene in mente un discorso di Osho che pressoché, poneva l’accento sulla differenza tra: comunicare un’opinione senza averne esperienza, e la condivisione di un’esperienza vissuta sulla propria pelle. Perciò Vi offro un vissuto personale che ha cambiato la mia percezione sul Cambiamento Globale per sempre.
Il Giovedì, 19 ottobre dell’anno scorso, segnò, per la mia famiglia, un cambiamento di vita così radicale, a tal punto che la soglia di dolore, solitamente misurato tra uno al dieci, schizzò fuori delle grafiche; strappando via, senza mezze misure, ogni sicurezza materiale, emozionale, mentale e spirituale che io avessi mai costruito nella mia vita.
Questo evento sconvolgente mi ha messo davanti a una prova di enorme portata, accolto e interpretato dalla mia mente, tramite i filtri delle mie sofferenze personali. Dopo lo shock iniziale, incominciai ad accogliere la nostra nuova realtà come un peso, come se avessi fatto parecchi passi indietro, lungo il mio percorso verso il grande, aspettato Cambiamento—e una rabbia iniziò a salire dal profondo, perché mi sentivo tradita e vittima di un evento che non sarebbe dovuto accadere!
Sono una ricercatrice della verità da ventidue anni, per me era scontato che il cambio di frequenza personale e globale implicava, in qualche modo, un miglioramento in risonanza con le nostre frequenze vibrazionali in aumento. Dopo l’evento traumatico di ottobre, perso nei lamenti dell’ego, non mi rendevo conto dal fatto che stavo misurando il Cambiamento tramite un giudizio dualistico e piuttosto idealistico, in altre parole, la frequenza bassa era sinonimo della bruttezza e la prevaricazione, e la frequenza alta, sinonimo della bellezza e l’integrità. Con questi parametri credevo che un alzamento della frequenza vibrazionale significasse un mondo più bello e più giusto, con meno complicazioni nei confronti della realtà ora spesso brutta, ingiusta e faticosa da vivere.
Avevo perso di vista lo scopo della purificazione—diventare persone vere in un mondo imperfetto, capace di vivere nel presente, in equilibrio tra la luce e l’ombra, accettando l’imperfezione della nostra umanità. Questo raggiungimento, che innalza la frequenza vibrazionale di chi è in grado di avvicinare a quest’obiettivo, non significa diventare più belli o più buoni (che è un giudizio moralistico di giusto/sbagliato) bensì autentici, che è sinonimo di: verità, validità, sincerità, originalità, veridicità, genuinità, spontaneità e naturalezza, e non di qualcosa più bello, più facile o migliore.
Mi viene in mente il film cult Matrix dei fratelli Wachowski, e la scena dove Morpheus offre al protagonista Neo, due pillole, una rossa e una blu. Ingoiando la pillola rossa, Neo non incontra un mondo più bello, anzi, conoscere l’autenticità del mondo reale viene con un prezzo. La verità denudata della bellezza convenzionale lo sconvolge, ma è pur sempre la verità. Certamente, è solo un film, ma rende l’idea. La frequenza vibrazionale della coscienza si rialza man mano che si è spogliati dei nostri costumi di scena, per rimanere nudi come un verme e privati delle strategie mentali che perpetuano sofferenza vissute nel passato; ed io, acciecata dal vittimismo, ero incapace di riconoscere l’immenso valore di questo evento così potente che, con il suo colpo di grazia, mi ha derubato della possibilità, secondo i parametri moralistici della mia mente, di vivere meritatamente, una vita migliore è più bella!
Alla fine, ogni uno di noi dovrà scegliere la pillola rossa che ci spoglierà, in modo definitivo, dalle illusioni mentali che ci impediscono di essere autentici fino in fondo. E i mezzi utilizzati per riportarci in sintonia con la volontà delle nostre vere essenze, saranno quelli che servono e non quelli che vogliamo o crediamo che siano in linea con l’innalzamento della frequenza dal punto di vista idealistico.
Grazie alla metafora della gestione e nascita di un bambino (riportato nel mio articolo precedente), per quanto mi riguarda, posso finalmente rilassarmi davanti al Cambiamento inevitabile, perché l’unica costante nell’ universo è il cambiamento. La frustrazione causata dall’attesa ora si è sciolta, e le aspettative di raggiungere un stile di vita più bella, da punto di vista mentale, è crollata insieme a tutti i preconcetti precedenti; perché senza l’autenticità, una vita più bella e più facile e solo un upgrade costruito dal mia ego che si adatta ad un nuovo, più sofisticata illusione!
Oggi, la mia vita non è più bella, e sicuramente non è più facile, tuttavia, mi sono arresa all’autenticità della vita che vivo ora, è per questo sono grata a me stessa. Come ho scritto nel finale dell’articolo precedente:
Inesperti ancora nel resistere al richiamo magnetico del pendolo dualistico, l’arresa è troppo spesso considerata un gesto per deboli, una sottomissione, una rinuncia forzata, perché la vita dualistica ci ha insegnato la necessità di lottare per il diritto ai cambiamenti positivi. Tuttavia, arrendersi consapevolmente non significa rinunciare ai nostri diritti al cambiamento. Al contrario, il cambiamento diventa ciò in cui ci arrendiamo.
Ed è qui che mi trovo, nell’arresa ricettiva, un gesto non attivo procinto a una risposta d’azione, come il feto pronto per essere incarnato nella materia. Non lotto più contro me stessa, perché abbandonarmi all’inevitabilità, è la volontà di qualcosa più grande di me, inteso come mente e corpo fisico. Non esclude che tutto è possibile da questo punto “0”, ma credo, anzi, intuisco e sento che il mondo esterno, fatto di miliardi di umani in cammino, sta vivendo uno sbalzo quantico che viaggia verso un mondo più autentico e capace di mostrarsi, senza paura e pudore, sia la sua luce, sia la sua ombra (soprattutto). La capacità di incarnare simultaneamente gli opposti in modo armonioso nel mondo, dipende dalla nostra capacita individuale di raggiungere lo stesso obiettivo, in quanto, la realtà interiore ed esteriore sono intrinsecamente connesse.
Visto da questa perspettivo, non possiamo negare l’evidenza di un Cambiamento Globale di massiccia portata già in atto. Magari non ci piace quello che vediamo, avvertiamo e ascoltiamo, perché non sodisfa le nostre aspettative mentali di una versione più bella e giusta di un mondo attualmente inaccettabile. Se questo è il caso, prendiamo in considerazione la possibilità che è ancora la mente dualistica a guidarci. Questo comunque, non è un impedimento. La verità non fa male, ci rende liberi. Sono le emozioni sconvolgenti suscitate dalla verità che fanno male; ed è questo il passo verso l’autenticità, diventare emotivamente autonomi capaci di rispondere come sovrani piuttosto che reagire come bambini impauriti.
Siamo ancora in cammino? Certo che sì, perché è il “viaggio” di ogni uno di noi che farà cambiare il mondo, non l’arrivo.
Caroline Mary Moore