L’inversione delle polarità…ritorniamo alla formula vincente di Madre Natura.

L’umanità, come le falene, è attratta dalla luce, brama l’espansione, il bene assoluto e la ricerca scientifica che ha favorito lo sviluppo dell’emisfero sinistro maschile del cervello, nella ricerca dei secreti dell’universo e della vita stessa, nella speranza di vivere una vita ‘positiva’ e degna di essere vissuta.

E cosa diciamo del suo opposto negativo? Evitiamo quello che ci fa male come la peste, viviamo la contrazione come vittime anche di noi stessi, associamo l’oscurità con la malvagità e l’ombra con la vergogna; tutte caratteristiche profane della polarità negativa femminile (non intesa come donna), che forse non è da meravigliarsi della disuguaglianza tra i sessi opposti e la nostra difficoltà nell’evolvere, o per usare un termine attuale – rinascere consapevolmente!

Lo sposo è destinato a vagare ancora in giro senza la sua sposa, se continuiamo ancora a considerare le polarità opposte, una questione moralistico/religiosa; perciò è ora di pensare “outside of the box” ovvero, fuori dai contenuti dell’ego, altrimenti rischiamo di perdere completamente il significato delle loro caratteristiche e il loro ordine creativo come coppie complementari.

Per nostra fortuna, Madre Natura non possiede un ego moralistico, esegue quello che deve fare in modo eccellente senza competere, confrontare o piangersi addosso. Il sole non condanna ‘l’oscurità’ perché non è in grado di illuminare lo spazio profondo, il seme non si ‘vergogna’ mentre germoglia nel grembo della terra, le stelle non si sentono ‘vittime’ perché si vedono solo di notte, e un bambino non nasce ‘malvagio’ perché le contrazioni precedono l’espansione della cervice.

Sembra ridicolo vero? Eppure il fatto che la polarità positiva è considerata suprema e che debba essere costantemente in ‘pole position’, non toglie che non combacia, per quanto cerchiamo di sforzarlo, con la formula vincente di Madre Natura. Tuttavia, quest’articolo non ha lo scopo di parlare dell’emancipazione femminile, bensì di risvegliare una semplice verità che abbiamo dimenticato, se non riguarda la nascita biologica: la creatività si perpetua attraverso il femminile accompagnato dal maschile.

Negativo (- femmina) + Positivo (+ maschio) = Creatività / nascita/rinascita

Nell’esercizio che vi propongo che utilizza la formula di Madre Natura, predomina l’Ombra e i suoi cosi detti ‘disastri’ di percorso, giudicato dall’ego moralistico, inaccettabile. Ora svuotata del dualismo, si punta su un modello paradossale che afferma: “Accetto che non sono in grado di accettare”. Perciò l’esercizio non ci richiederà di accettare l’ombra ma di accettare solo la difficoltà nel riconoscere quello che essa rappresenta di noi; e con onestà, ammettere le varie emozioni e pensieri negativi, per quanto possono apparire terribili, inappropriati, aggressivi o infantili, senza che le giustifichiamo.

Fase uno – Riconoscere la verità dell’Ombra

  • Questa fase non va condiviso con altri, potete bruciare quello che scrivete se avete dubbi che qualcuno possa leggere quello che avete scritto.
  • Scegliete una situazione di vita e scrivete nel diario ogni sentimento di disagio negativo per quanto riguarda questo problema specifico, per esempio: E’ vero, ammetto che non posso accettare e sento: e.g. vittima, paura, dolore, tristezza, rabbia, odio, depressione, ansia, impotenza, responsabile, vergogna, senso di colpa, ecc.
  • Per quanto riguarda questo problema: E’ vero, lo ammetto sono stata/o: e.g. passiva/o, depressa/o, debole, pigra/o, indifferente, irragionevole, intollerante, scortese, impaziente, arrogante, aggressiva/o, invadente, superiore, sfuggente, disonesta/o, ecc.
  • Per quanto riguarda questa persona/e: E’ vero, ammetto che: e.g. non mi piace, ho paura di loro, desidero che spariscano, li disprezzo, voglio sconfiggerli, mostrare la mia superiorità/capacità, umiliarli, lo odio, spero che ottengano ciò che meritano, voglio vendetta ecc.

Lo scopo della fase uno è di aumentare lo spazio attorno ai sentimenti dell’Ombra represso e negato in passato nell’inutile tentativo di sbarazzarsi della bestia in agguato. Ormai quest’energia non rappresenta più un’onda naturale d’emozioni sane, adesso l’energia è carica di un sentimento d’attaccamento, che si ritorce contro ciclicamente con dolore mutato in sofferenza; che di conseguenza, ha un impatto sfavorevole sui nostri sistemi psico-neuro-immuno-endocrino.

Tuttavia, quando ci si avvicina all’Ombra senza giudizio, il cuore metafisico non asseconda il comportamento ombroso, non trasforma magicamente ciò che è inaccettabile in accettabile, ma attraverso il suo spazio infinito, assorbe l’onda d’urto che l’ombra provoca, trasformando il disagio in un sentimento più tollerabile, più vivibile.

Per semplificare la comprensione del suo processo, immaginate un piccolissimo cesto che trabocca di mele; più grande il cestino, più spazio (vuoto) si forma tra ogni mela, e di conseguenza, si evita il contatto e lo sfregamento che rovina la frutta. Considerando le mele come i sentimenti carichi e dolorosi della nostra Ombra, il cuore, espandendo le dimensioni del cestello, crea spazio intorno ai sentimenti evitando così lo “sfregamento” tra di loro. Ora, vissuti meno intensamente, con più spazio per accogliere l’esperienza, magari sentendoci grati per quello che abbiamo imparato, le nostre ferite guariscono lasciando cicatrici delicate piuttosto che delle lesioni sanguinanti, energeticamente cariche e aperte.

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Per mantenere un’emozione negativa viva, richiede un notevole impegno energetico, energia che potrebbe essere investita in un’attività più costruttiva. Dopo aver ammesso onestamente, e senza giudizio, il sentire dell’Ombra, il passo successivo è quello di aggiungere energia positiva per completare l’equazione. Con il diario della Gratitudine, un esercizio che porta consapevolezza al miracolo del Cuore metafisico in grado di abbracciare ciò che è, com’è, nel momento presente, senza interesse nel conoscere i vari: perché, come, chi o quando. Come sanno tutti i ricercatori, la verità sta nel momento, in ogni attimo sfuggente, il sentire onesto di qualsiasi cosa, sia bello, sia brutto, perché per il Cuore semplice, ‘sbagliare’ non esiste, quello che conta è vivere e sentire consapevolmente nel presente e assumerne la propria responsabilità, grati per l’esperienza vissuta qualunque esse sia.

In fase due, per completare l’esercizio, si compone tre semplici domande che possono aiutare a portare equilibrio a qualsiasi sentimento/situazione stagnante, anche la più avversa.

Fase due – il Diario della Gratitudine

  • Sono grato a … (scrivete il nome di una persona e il motivo per cui vi sentite grati a loro).
  • Sono grato alla vita…(scrivete il motivo per cui vi sentite grati alla vita).
  • Sono grato a me stessa/o…( scrivete il motivo per cui vi sentiti grati a voi stessi).

27252-acupuntura-pro-o-tao-e-o-equilibrio-energticoCome il Tao rinchiude in sé le sue due metà opposte, questo piccolo esercizio nominato ” La formulo vincente di Madre Natura” funziona in modo completo ed equilibrato, la contrazione negativa dell’Ombra apre (espande) la strada, mentre l’espansione positiva della Gratitudine lo chiude (contrazione) cosi entrambi i passaggi sono completi con la loro energia opposta!

E’ vero che il collettivo è ancora orientato verso l’energia maschile e la predominanza dell’emisfero sinistro del cervello, noi però, possiamo invertire le polarità interiori applicando la ‘formula vincente di Madre Natura’ con la sua sequenza preordinata per la creatività e manifestazione della materia. Il recipiente femminile è fondamentale per aprire, ricevere e accogliere il maschile che poi la riempie e richiude l’equazione, altrimenti l’energia positiva si disperde, perciò quando il femminile è antecedente in un rapporto di cause ed effetto, affiancato e concretato dell’effetto maschile, accade la nascita della materia in ogni sua forma.

Non servono neanche le prove scientifiche, perché ogni essere umano ha già sperimentato in prima persona questa formula vincente, insieme con la madre; ricevendo il dono della propria vita.

 

Caroline Mary Moore

 

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