Non dare agli altri quello di cui hanno bisogno.
“Non dare agli altri quello di cui hanno bisogna” può sembrare un’affermazione egoistica, invece è una dichiarazione della Sovranità del Sè – perché quando abbandoniamo l’impulso di “dare” al comando, usciamo finalmente dalle necessità del bambino interiore di compiacere agli altri.
E’ un passaggio da non sottovalutare. Non è solo la guarigione del bambino interiore che ha creduto di essere indegno perché è imperfetto, “Non dare agli altri quello di cui hanno bisogno” è soprattutto una maturazione emotiva, e un riprendersi il potere personale, uno spostamento dal dolore e tradimento iniziale, vissuto nell’infanzia per l’amore ricevuto e poi negato in conformità a come si comportava, alla consapevolezza adulta che l’amore non è un oggetto da barattare, una pillola dolce per compensare, un investimento, o un manubrio di controllo, l’amore è…tutto…in luce e in ombra.
“Non dare agli altri quello di cui hanno bisogno” è il mezzo per mostrare, senza pudore e paura, il nostro lato meno favorevole al pubblico. E’ probabile che nella sua integrazione, perdiamo, strada facendo, l’affetto o stima di chi ha investito comodamente in noi come “dispensatori di bisogni altrui”, pazienza….
Chi ci ama veramente accetterà questa sfacciatura passeggera poco luminosa, perché questo scomodissimo intervallo è la base su cui nasce l’amore del sé, che è il salto quantico verso il nucleo del Cuore – il centro alchemico che metaforicamente trasmuta i metalli vili in oro. Perciò per diversi motivi, il centro del “Potere” non gode di buona reputazione. Suscita in molti la riluttanza di essere considerati prepotenti o egoistici, insieme ad una sensazione o vibrazione di vecchi ricordi dolorosi associati agli “abusi di potere” subiti da altri.
Mi ricordo quando ho partecipato a un gruppo sul “Potere Personale” diversi anni fa. Tutti i partecipanti erano in reazione il giorno stesso che iniziasse il gruppo (me compreso). Sembrava che l’idea di entrare nella profondità del terzo chakra (paura del potere altrui e soprattutto del proprio) innescava un meccanismo di giudizio, autodifesa, e aggressività senza essere entrati nella sala!
Questo senso di agitazione e ansia è a causa della mancanza di coscienza nel respiro vuoto del terzo corpo sottile e di conseguenza nel posteriore del terza chakra: qualità come la flessibilità mentale nel confronto dell’errore, il “lascia che sia”, l’arrendevolezza, la resa, il riposo e il ricaricarsi, tutte qualità essenziali che mancano nell’educazione infantile di base ma necessari per l’accettazione della fallibilità umano e la salute del sistema nervosa, altrimenti in questa dimensione magnetica e focosa si rischi di bruciarla, mandarla in corto circuito e favorire il disprezzo del sé.
Cosi andiamo a sondare genericamente, il regno dell’ombra, il centro energetico del “potere ” che ha un ruolo importante da svolgere, perché favorisce l’asserzione dell’indipendenza.
E’ proprio nell’ambiente di questa energia fiammeggiante che impariamo a muoverci nel mondo, ad agire e a prendere decisioni nel bene e nel male per conto nostro. Inoltre è l’energia solare che ci dà vitalità, anche se, occorre fare un’importante distinzione fra due tipi di potere: quello individuale e indipendente, che esiste all’interno dell’essere umano, e il potere che nasce e si rafforza dal sostegno e dall’approvazione altrui, che svanisce nel momento in cui si è giudicati nell’errore.
- Terzo Corpo sottile in equilibrio, respiro pieno – l’inspirazione = energia estroversa, “ Io posso” energia magnetica e carismatica, un senso di chiarezza mentale con una valutazione costruttiva, le qualità di leadership senza rubare potere, Sovranità del sé.
- Terzo Corpo sottile in equilibrio respiro vuoto – l’espirazione = energia introversa, “io posso fare degli errori” intesa come mezzo di crescita, flessibilità mentale, arrendevolezza e collaborazione, sapere quando agire e quando rimanere fermi, riposo e ricaricamento del sistema nervoso. Riconoscere la leadership altrui senza perdere potere.
Il respiro energetico durante l’infanzia, poiché questo corpo sottile è dinamico, e condizionato dall’ambiente famigliare e sociale che dettano un’educazione basata su due modelli: i “devi” e i “non devi”
I bambini si fanno molto presto l’idea che l’amore dei genitori è condizionato, tutti i bambini desiderano essere amati e accettati ma comprendono che quell’amore è offerto e tolto in conformità a come si comportano. Cosi crescendo, il personaggio brillante, cerca di mantenere il respiro dentro di sé, mostrando i suoi atteggiamenti retti e “bravi” con orgoglio, con la testa alta e il petto in fuori, una stazza tipica della fierezza o arroganza di chi è in linea con i “devi” prestabiliti.
Per quanto riguarda il fallimento di questo modello, nonostante i vari tentativi di negare gli errori commessi, nascondendo, giustificando e proiettando lontana la nostra metà indesiderabile, l’incapacità di riconoscere e accogliere gli errori come strumenti di crescita, l’energia si trasforma nell’ombra, la parte falsa che nasconde dietro la maschera del virtuoso, del giusto, che poi si dimostra esplosiva, limitante e autodistruttiva nel momento in cui è negato lo spazio o repressa nei seminterrati dell’inconscio.
E’ meglio mettere l’anima in pace perché una guerra contro l’ombra non potrà mai finire bene, l’odio e la negazione lo accrescono: non si può combattere l’oscurità con l’oscurità, bisogna includerla, illuminarla dall’interno. Gli unici ad aver conquistato l’ombra, per così dire, non l’hanno vinta: l’hanno trascesa.
Oggi l’ombra è ovunque, disponibile come un enorme specchio che riflette le proiezioni di 7 miliardi di persone. Chi è disposto ad accoglierla come un mezzo scomodo ma efficace per sbirciare, può rispecchiarsi nell’immagine che riflette, in altre parole – l’ombra diventa una specie di catalizzatore per la crescita che ci permette di recuperare o trasformare qualunque aspetto autentico in luce che in ombra è nascosto e sconosciuto in noi.
Ed è un bene se lo incontriamo consapevolmente, perché senza l’ombra, il viaggio verso l’epicentro del Cuore non si compie, perché il nucleo del Cuore non è in grado di accoglierci a metà, come trasformatore e unificatore il suo ruolo è di unire le separazioni sciogliendo e forgiando, senza pregiudizi o condizioni, quello che è duale in uno.
Perciò trascendere l’ombra accade nel momento in cui si cambia prospettiva, l’affermazione “io posso”, non è intesa esclusivamente come – l’auto consenso in positivo in ricerca delle ricompense e accettazione del sé, ma anche l’auto consenso che riconosce in senso inverso, non intesa come crimine: “ io posso fare gli errori”, oppure scegliere di non soddisfare le aspettative altrui suscitando il giudizio di un presunto errore o delusione da parte nostra. E’ un diritto che conferma quella che siamo…straordinari nella nostra ordinarietà e imperfezione. Quest’autenticità non è condannabile e non dovrebbe implicare una perdita di potere personale.
Come la ricerca del Santo Graal si potrebbe paragonare la ricerca spirituale del tesoro mistico all’espressione “alla ricerca dell’ombra luminosa” in onore della terza dimensione del “potere personale” che merita di essere indagato più spesso, perché il terzo chakra e il suo corpo sottile corrispettivo esprimono sia l’energia magnetica della forza maschile attiva del guerriero, che la ricettività dell’ombra necessaria per far nascere un’esistenza degna di essere vissuta; che insieme da vita al Cavaliere della tavola rotonda di Re Artù – Lancelot, Galahad e Parsival, uomini totali e completi “forti e ricettivi” con il loro antico codice che mira a uno scopo più grande di loro stessi:
I live to serve – io vivo per servire.
Non più come i migliori, come vincitori sui vinti, bensì come esseri umani impegnati nell’esprimere il meglio che possono essere in rispetto, umiltà e autenticità anche nell’errore e nell’imperfezione umana: questo è il Vero Potere Personale, questo è Self-Sovereignty – la Sovranità del Sé.
Un indizio per capire il dono della terza dimensione, quando è in equilibrio, si nasconde nella bellezza del suo nome “Manipura” ossia “gemma splendente” – “città dei gioielli”. Questo dono di preziosità è un viaggio che si compie attraversando il fuoco dell’inferno personale alla ricerca del Graal per conquistare l’autonomia e l’individualità da consegnare poi al cospetto del Cuore, al maestro alchemico, l’oro – il calice: il dono prezioso che l’ombra ha custodito nelle sue segrete, perché nell’oscurità di ogni uno di noi, non esiste solo il “personaggio condannato” per aver fallito nei confronti del “personaggio brillante”, anzi, è proprio nell’ombra che si nasconde la materia prima per la perfetta montatura e incastro per la “gemma splendente” scoperta nel Manipura la “città dei gioielli”.
Caroline Mary Moore